Simone Valentino
Mi chiamo Simone, ho ventinove anni e sono un attore, autore e insegnante di teatro.
Ho iniziato questo lavoro ormai parecchi anni fa. Mi ci sono avvicinato perché sono una persona curiosa per natura, quindi ho deciso di esplorare il mondo del teatro e del doppiaggio poco più che maggiorenne. Da allora non ho mai smesso: recito, scrivo, insegno, provo, sperimento e cerco di scoprire tante cose su me stesso e sul mondo che ci circonda, proprio grazie al magnifico strumento che è il teatro.
Ho lavorato a tanti spettacoli, molti di questi per bambini: sono stato Pinocchio, Passepartout e persino Sancho Panza. Grazie al teatro ho navigato per mari tempestosi, ho attraversato deserti sabbiosi e pieni di indiani armati fino ai denti, sono stato inghiottito da balene e trasformato in asino, ho sfidato principi e cavalieri a duelli terrificanti, ho amato e combattuto, ho lottato e ho vissuto centinaia di vite diverse, in corpi diversi, in mondi diversi.
Mi piace molto anche scrivere: scrivo perché in questo modo riesco a fermare un po’ i miei pensieri, a costringerli su carta, a imprimerli in modo da non farmeli scappare. Mi piace scrivere delle persone e dei loro sentimenti, esplorare un po’ la loro testa, pensare a come ragionano e al perché delle loro scelte e dei loro comportamenti. Mi piace tantissimo anche lavorarci, con le persone. Non solo adulti ma anche e soprattutto bambini, sempre recettivi, sempre pronti a stupirti, sempre pronti a mettersi in gioco. Mi piace vederli crescere, salire sul palco per la prima volta (e magari scoprire di non voler scendere più), vederli sperimentare,
provare, andare oltre le proprie paure e la propria ritrosìa.
Credo fermamente nel valore terapeutico del teatro. Credo anche nella sua dimensione giocosa: non è un caso che molte lingue identifichino la parola “recitazione” con verbi che significano “giocare” (ad esempio, “to play” in inglese e “jouer” in francese). Il teatro è un gioco bellissimo, che ci insegna delle regole importanti e ci aiuta a metterci nei panni delle altre persone, a capire le altre persone e il loro punto di vista, ci fa sentire più vicini e parte di qualcosa di più grande.
In questo mondo sempre più veloce e digitale, il teatro può veramente essere uno degli strumenti che ci restituiscono il piacere dell’attesa, dell’attenzione, della scoperta.