CIRCO KAFKA – I COMMENTI
L'Osservatorio dei Ragazzi poco prima delle vacanze natalizie ha assistito allo spettacolo CIRCO KAFKA, qui di seguito i loro commenti.
Alice, 9 anni
All’inizio mi ha fatto paura, sentivo una pressione strana. Poi mi ha trasmesso soprattutto stranezza. Ho capito che nella vita possono succederti cose che proprio non ti aspetti: una mattina essere vivo,la sera dopo no. Mi sarebbe piaciuto però vedere più attori in scena.
Chiara, 11 anni
Lo spettacolo è stato uno dei migliori che io abbia visto! L'attore è stato bravissimo. La cosa che mi ha stupita di più è stata quando ha chiesto alla regia se in quel momento ci sarebbe dovuta essere la musica, finendo poi col raccontare della macina, della bicicletta e del sole: è stato bravissimo a far credere che fosse un errore. È stata una bella distensione. Anche sforzandomi, però, senza un’introduzione e una discussione non avrei capito la trama e mi sarebbe dispiaciuto.
Caterina, 14 anni
Lo spettacolo è stato strano. È difficile spiegare la sensazione precisa che mi ha lasciato, direi tristezza e angoscia. La trama è molto interessante e adatta a qualunque tipo di pubblico; magari ai più piccoli va spiegata prima dello spettacolo, perché essendo muto si possono fraintendere o non capire alcune parti, ma grazie all'interpretazione dell'attore si capiscono molte più cose di quel che si crede. Complessivamente lo spettacolo mi è piaciuto, anche se provare emozioni negative a teatro mi dà un po’ fastidio e mi rattrista: il teatro è uno dei miei posti felici, dove io vivo spensieratezza e non ansia, e quindi provarle mi disturba perché è come se rovinasse la mia immagine di teatro.
Dafne, 9 anni
Questo spettacolo mi è piaciuto! Sono riuscita abbastanza bene a capirlo; alcuni dei miei compagni hanno detto che avrebbero capito meglio se ci fossero stati più attori, ma io non sono d’accordo, credo che avrei fatto solo confusione, a me piacciono gli spettacoli con un solo attore. I costumi erano molto belli e giustamente inquietanti. Ho apprezzato la scenografia, molto concentrata con tante cose in uno spazio piccolo. L'attore ti coinvolgeva molto anche solo con lo sguardo. Secondo me è uno spettacolo adatto anche ai bambini, direi dai 7 anni, perché anche se non capisci ti può
piacere lo stesso. Di solito non mi piacciono gli spettacoli muti ed ero preoccupata di annoiarmi, ma questo era diverso. Questo spettacolo mi ha trasmesso il messaggio del coraggio: Josef K. è stato molto coraggioso a lottare per dire che non aveva fatto niente. Ha voluto dire la sua e alla fine è morto, ma con la soddisfazione di averci provato, e questa soddisfazione gli resterà sempre.
Edoardo, 11 anni
Spettacolo molto bello ed elaborato. Anche se non ho capito tutto, sono riuscito ad apprezzarlo soprattutto per l’interpretazione e la scenografia. Il mimo è una delle forme di recitazione che mi piace di più. Credo che conoscere un po’ la storia prima di vederlo possa aiutare a capire meglio.
Enrica, 20 anni
Lo spettacolo mi è piaciuto moltissimo. Ho apprezzato il fatto che ogni ogni dettaglio, dalla musica al giornale sotto la scarpa, fosse calcolato alla perfezione. Tutto significava o comunicava qualcosa, tutto aveva un perché, a volte evidente, a volte funzionale a creare un’atmosfera sospesa e di angoscia, di incomprensione, di disagio. Roberto, dopo lo spettacolo, ci ha fatto capire molto bene il fatto che in alcuni casi è più importante la sensazione che ti trasmette un elemento più che la sua comprensione: l’ho trovato un insegnamento fondamentale. In effetti dubito che i bambini abbiano capito tutto, anche io non avendo letto il libro non ho seguito perfettamente; credo però che a livello emotivo l’esperienza sia stata completa anche per loro, e forse anche più pura.
Giulia, 11 anni
Mi sono distratta in alcune parti dello spettacolo perché faticavo a comprenderle, ma sono riuscita a riprendere il filo grazie ad alcune scene molto sorprendenti (ad esempio quando l'uomo accoltellava il manichino). Il linguaggio del corpo dell'attore era molto efficace perché riusciva a farsi capire anche senza parlare. Ho apprezzato molto la parte tecnica (luci e musiche) e il fatto che i materiali utilizzati per la scenografia fossero riciclati. Ho provato un forte dispiacere per il personaggio e angoscia. Nonostante il finale così triste io ho colto un messaggio di speranza: non
devi lasciarti incolpare se non hai fatto nulla.
Matilde, 8 anni
La scenografia mi è piaciuta moltissimo perché sono stati usati degli oggetti insoliti. Mi è piaciuto anche il messaggio, che penso di aver capito: nella vita se ci provi sei più felice, anche se magari non ottieni quello che vuoi. Il finale è triste, perché il protagonista nonostante tutti gli sforzi viene condannato a morte senza capire il perché. Sicuramente era uno spettacolo difficile, ma sono riuscita a seguirlo bene perché era molto interessante, anche se non ho capito proprio tutto. Mi ha trasmesso tristezza, un po’ di confusione e soprattutto stranezza.
Matteo, 11 anni
Non ho visto tutto lo spettacolo, ma la parte che ho vista mi è piaciuta. Mi ha colpito molto la morte del personaggio e mi sono piaciute le luci mentre l’attore si avvicinava al pubblico.
Matteo, 18 anni
Spettacolo molto ben fatto e gestito dalla regia, con singolare abilità nella creazione di musiche atipiche ma molto coinvolgenti. Secondo me scarso dal punto di vista del contenuto e del relativo sviluppo, che non credo abbia reso giustizia allo spessore e ai temi del romanzo.
Niccolò, 14 anni
Lo spettacolo mi ha stupito: mi aspettavo qualcosa di cupo e serio, invece è stato anche molto comico. C’è stato un momento in cui l'attore ha finto di aver scordato la parte e ha cominciato a parlare di argomenti che raggiungono la demenza, in senso estremamente positivo. Ho trovato lo spettacolo grottesco ma anche ricco di retorica e simbolismi. La storia era abbastanza chiara e ho trovato il finale stupendo. Anche la colonna sonora dal vivo, con gli strumenti suonati dall'attore e dal tecnico, era stupenda. Insomma, uno spettacolo che fa ridere e pensare!
Vera, 8 anni
Mi è piaciuto molto, era originale ma era anche un po’ strano. Prima dello spettacolo noi ne abbiamo parlato e ci hanno raccontato un po’ la storia. È stato utile anche pensare all’esempio che ci hanno fatto: cosa fai se i tuoi genitori ti chiudono in camera in punizione senza dirti perché e tu non riesci a capire che cosa hai fatto? Mi ha aiutata a seguire meglio e a immedesimarmi. All’inizio ero felice, poi mi ha fatto paura e alla fine tristezza.