Intervista a Valentina Vannicola
a cura dell'Osservatorio dei Ragazzi
La stagione 2021-2022 della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani ha come immagine una
fotografia della giovane artista Valentina Vannicola ispirata ad “Alice nel Paese delle Meraviglie” di
Lewis Carroll.
D: Come è nata la tua passione per la fotografia?
R: La passione per la fotografia inizia dagli studi. Io provengo da studi cinematografici, ho
frequentato l’università alla Sapienza di Roma dove mi sono laureata in Filmologia con un percorso
di studi letterario, Lettere con indirizzo cinematografico. Successivamente sono arrivata alla
fotografia attraverso la Scuola Romana di Fotografia, dove ho fatto un biennio di
professionalizzazione. Lì è nato il mio amore per la fotografia, che è diventata la mia passione e il
mio lavoro.
D: Come è possibile conciliare la tradizione con l’innovazione?
R: Nel mio lavoro cerco spesso di conciliare tradizione e innovazione . Tutti i miei lavori sono delle
trasposizioni in immagine di opere letterarie appartenenti alla tradizione, Nel paese delle
Meraviglie, Don Chisciotte, fino ad arrivare all’Inferno di Dante: ho sempre a che fare con testi
letterari, profondamente inseriti all’interno della nostra tradizione e della nostra cultura.
L’innovazione entra in gioco nel momento in cui lavoro sulla trasposizione in immagine,
introducendo quello che è il mio metodo, ossia la messa in scena, il cercare di mixare cinema, teatro
e letteratura. Naturalmente l’innovazione arriva anche nel momento in cui ricerco e metto in atto
gli espedienti per arrivare alla mia immagine finale, con un continuo bilanciamento tra tradizione e
innovazione. Inoltre cerco sempre di operare cercando il coinvolgimento delle comunità locali:
spesso e volentieri nelle mie messe in scena e nelle mie trasposizioni fotografiche la tradizione dei
luoghi dove lavoro è fortemente presente.
D: Abbiamo letto sul tuo blog che questo progetto è legato al tuo vissuto e alla tua comunità. Puoi
dirci qualcosa di più?
R: Nel Paese delle Meraviglie, serie da cui è tratta l’immagine che accompagnerà la stagione teatrale
2021-2022 della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, è un lavoro che fa parte di una mia prima
produzione, quella che va dal 2008 sino al 2012, gli anni in cui ho lavorato esclusivamente sul mio
territorio di nascita. Io provengo da Tolfa, che è un piccolo paese della Maremma laziale a nord di
Roma; tutti i progetti che ho messo in scena durante quel periodo sono stati rielaborati proprio su
quel territorio. C’è quindi una profonda connessione tra il luogo dove sono nata, dove sono
cresciuta, dove mi sono formata sino ai miei 18 anni e ciò che faccio oggi. Il rapporto con il territorio
è un rapporto di tipo geografico: tutti i miei lavori sono messi in scena in esterno, nei paesaggi che
circondano la mia casa, tra le colline brulle dove sono cresciuta. Tutti i personaggi sono gli abitanti
del mio paese, a partire dai miei familiari sino ad arrivare alla maestra della scuola elementare o al
giornalaio, con una fortissima connessione tra il lavoro e il luogo su cui scelgo di operare.
D: Perché hai scelto “Alice nel Paese delle Meraviglie”?
R: “Nel Paese delle Meraviglie” è stato il mio primo esperimento in assoluto. Ho scelto di lavorare
su un testo mettendolo in scena con la collaborazione dei miei familiari e vicini di casa. È un
esperimento di tanti anni fa che continuo a guardare con profondo amore, perché, anche se a livello
stilistico è molto lontano dalle mie nuove produzioni, è creato con lo stesso metodo che utilizzo
ancora oggi: lo studio del testo, la scomposizione, i bozzetti preparatori, la ricerca delle location e il
coinvolgimento della mia comunità.